Questo saggio riassume e riflette su 5 individui che sono nati e cresciuti negli Stati Uniti d'America sotto la schiavitù. Lucinda Davis, Charity Anderson, Walter Calloway, Fountain Hughes e Richard Toley hanno ciascuno una storia avvincente da raccontare sul periodo in cui i neri americani non erano considerati cittadini e non erano liberi di prendere decisioni che erano consentite ai bianchi americani. Sebbene le loro storie siano brevi e non riflettano tutte le difficoltà quotidiane affrontate dagli schiavi in quel periodo della storia della nostra nazione, sono comunque potenti nel loro messaggio. Temendo soprattutto un pestaggio che sarebbe derivato da un atto percepito di mancanza di rispetto, il fatto che ognuno di questi individui sia sopravvissuto è un esempio del desiderio dello spirito umano di sopravvivere nelle situazioni più terribili e della capacità di superare difficoltà insormontabili. Charity Anderson era nato in schiavitù nella contea di Monroe, in Alabama, intorno al 1830. (Rawick) Era di proprietà del signor Leslie Johnson e lavorava come domestica, tata e sarta. La sua storia è una delle storie più felici poiché la signora Anderson credeva di avere una bella vita all'epoca e non era abituata alla violenza in quella famiglia. Ai bambini era permesso stare nella casa principale e sembravano quasi essere considerati una famiglia. È strano avere la sensazione che la signora Anderson sentisse che la vita era migliore allora, in un periodo in cui le persone lavoravano sodo ed erano più rispettose l'una con l'altra. La sua esperienza indica una vita lontana dall'immagine tipica della schiavitù. In contrasto con la vita di Charity Anderson da schiava, Lucinda Davis descrive i suoi giorni come schiava della fattoria di un padrone indiano Creek. Anche se descrive la sua storia come una storia di relativa sicurezza, illustra "ubriaco ubriaco... al centro della carta... l'Onnipotente è in testa". (Rawick) La mia comprensione della vita di uno schiavo in questo paese non sarà mai realistica poiché il mondo di uno schiavo era pieno di difficoltà e miseria inimmaginabili per qualcuno che non ha vissuto quell'orribile esperienza. Posso solo sperare e pregare per le anime degli ex schiavi come la signora Davis e il signor Hughes affinché siano stati trattati meglio di quanto avrebbero potuto essere e che le loro vite fossero più complete di libertà. Non riesco a immaginare la paura minuto per minuto che deve essere stata un luogo comune per queste persone. In retrospettiva, la schiavitù esiste ancora allo stato attuale e comprendendo gli effetti che cambiano la vita sulle vite di coloro che sono in cattività, forse si può fare di più per sradicare la schiavitù in tutto il mondo. Opera citata Rawick, George P. "American Slave Narratives". Narrazioni sugli schiavi americani. Greenwood Press, 6 marzo 1998. Web. 05 gennaio. 2014.
tags