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Meraviglie del West, un romanzo di Kate Braverman, descrive un'interazione tra madre e figlio mentre si siedono e guardano Hollywood Playhouse. Il bambino è il narratore e in questa scena descrive un'interazione passata tra la madre e il narratore: "Sono molto più giovane.", (24) che porta alla conclusione che nell'interazione il narratore è più giovane. In questa scena il narratore descrive come sono seduti, entrando anche nei dettagli sul colore degli occhi della madre. La bambina fa una sorta di gioco di domande, ma la madre però non sembra troppo entusiasta del gioco, più interessata allo spettacolo televisivo, al “bicchiere di liquido marrone che brucia quando lo assaggi” (24) e al suo fumo. “Vorrei che ormai diventaste troppo grandi per questo gioco” (27) dice la madre, il bambino poi spiega a noi lettori: “Una volta che inizio il gioco delle domande, è impossibile per me fermarmi. È come un incantesimo. Continuo a fare domande finché non vengo bandito, finché mia madre non mi manda via”. (27) Nella storia la madre cambia la sua identità, o almeno il suo nome, ogni volta che le fa comodo o ogni volta che ha finito con il nome precedente. Mentre leggiamo apprendiamo che il nome di battesimo della madre è Ruth Ann, ma lei dichiara "Ruth non ha più ragione". (25) Poi si aggiunge «le persone che le hanno dato quel nome sono degli accidenti». (25) Il che indica che la madre è la superiore della storia, credendo di esserlo soprattutto. La madre prova diversi nomi; Rita, Rhea, Rachel e Rebecca sono tutte ritenute inaccettabili. Il suo nome attuale, prima che decida di buttarlo via, è Ruby, che come leggiamo, "dura sei mesi prima che mia madre decidesse che era metallico e déclassé". (25)Sebbene accada molto poco nella trama mentre leggiamo, molte descrizioni e informazioni vengono fornite a...... metà del foglio...... va ricordato che l'intero capitolo è narrato nel in prima persona dal bambino, in un flashback. La metafora è quindi il punto di vista del bambino, nelle parole pronunciate dalla madre. Dato che la madre sembra disposta ad abbandonare il bambino, a bandire il bambino a causa di un gioco di domande, questa metafora forse esprime la consapevolezza del bambino che così facilmente l'universo potrebbe crollare con un nome, che la madre potrebbe così facilmente lasciare indietro il bambino, lasciare dietro di sé coloro che la legano all'universo. Questo desiderio non è certo esclusivo di questa metafora. È coerente con le informazioni installate dal narratore, ad esempio, secondo cui "quelli che le hanno dato il nome sono stati incidenti", se la madre potesse così facilmente cancellare i propri genitori, cosa renderebbe un bambino così diverso. Opere citate Braverman, Kate. Meraviglie dell'Occidente. New York: Fawcett Columbine, 1993. Stampa.