Rousseau sostiene che esistono diversi tipi di libertà e la sfida è trovare una forma di associazione in cui tutti possano trarre vantaggio dal vivere in una comunità e tuttavia rimanere liberi come se fossero nello stato di natura e obbediscano solo a se stessi. Rousseau cerca di «trovare una forma di associazione che difenda e protegga la comunità, la persona e i beni di ogni associato e per mezzo della quale ciascuno, unendosi a tutti, obbedisca tuttavia solo a se stesso e rimanga libero come prima» (Rousseau, 440). ). Nella concezione della libertà di Rousseau le persone raggiungono la loro libertà attraverso la trasformazione dallo stato di natura alla società civile. Rousseau vuole che gli individui mantengano la propria libertà personale e lo sostiene; “una convenzione che preveda da un lato l’autorità assoluta e dall’altro l’obbedienza illimitata è vana e contraddittoria” (Rousseau, 439). Rousseau sostiene che cedere i propri diritti generali di governarsi a un'altra persona o ente costituisce una forma di schiavitù e che riconoscere tale autorità equivarrebbe a un rapimento dell'agire morale. Rousseau preferisce una società in cui prevalga la volontà generale, o volontà dell’insieme. In tal modo, ciò consente alle persone di essere viste alla pari e di non escludere la propria voce. Rousseau ritiene che sia importante che le persone partecipino e abbiano voce in capitolo nelle decisioni e nelle questioni importanti. Rousseau sostiene che le persone raggiungono la libertà attraverso la trasformazione dallo stato di natura alla società civile: si può essere sia liberi che soggetti all’autorità politica. Durante questo processo le persone si uniscono per costituire il sovrano e «questo atto di associazione produce un corpo morale e collettivo, che è composto di tanti membri quante sono le voci dell'assemblea» (Rousseau, 440). Rousseau ritiene che la libertà si raggiunga quando gli individui si uniscono per creare un
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