La “candela”, la “luna” e il “lago” hanno un significato molto più profondo in questa citazione. La candela e la luna rappresentano una fonte di luce. La luce che ottengono è molto morbida e poco profonda. Nella poesia rappresentano entrambi la menzogna, perché la luce che riflettono su uno è davvero morbida. Fornisce solo ombre di come appaiono, non mostra le loro caratteristiche complete. Anche il lago ne raffigura un riflesso distorto, anch'esso visto come una bugia. Mentre lo specchio rappresenta la verità, è per questo che Plyth chiama bugiardi la “candela”, la “luna” e il “lago”. Lo specchio ritrae la persona così come è, non nasconde le sue vere caratteristiche. Come sottolinea William Freedman nella sua recensione poetica di “Mirror”, “Lei è la donna come ideale definito dagli uomini... la donna... che "si rivolge a quei bugiardi, alle candele o alla luna" per conferma del mito gradito all’uomo della perpetua giovinezza, della docilità e del fascino sessuale” (Freedman 152). Freedman crede che la donna si rivolga a quei bugiardi (ad esempio la candela e la luna) per trovare accettazione dentro di sé; anche se non la ritraggono la vera lei. È evidente che Sylvia Plath stava lottando con l'accettazione di sé, per tutta la vita ha cercato di scoprire chi fosse. Ritrae queste lotte nella sua poesia come si può vedere. Crede che per cercare l'accettazione di sé lo specchio sia l'unica fonte affidabile. Ciò riconduce al tema della
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