Credo che la ricerca dimostri il contrario. Secondo Pew Research, la popolazione immigrata illegale ha raggiunto il picco nel 2007 con 12,2 milioni. Dall’inizio della recessione è costantemente diminuito, per poi stabilizzarsi nel 2009 a 11,2 milioni. È rimasto praticamente invariato dal 2009, dimostrando che il nostro Paese può sostenere un numero maggiore di immigrati clandestini all’interno della nostra popolazione rispetto a quello attuale (PEW). Pew, rileva inoltre che una persona su venti nella forza lavoro sono immigrati clandestini. Innanzitutto, si tratta di un numero basso se si considera l’intera forza lavoro del Paese. In secondo luogo, coloro che sono qui illegalmente e lavorano vengono ancora tassati sul loro reddito, quindi vengono ripagati nella società. Dopo aver letto “Cinque miti sull'immigrazione” di David Cole, ha citato un rapporto dell'Urban Institute del 1994 che verifica che “'gli immigrati generano molto di più in tasse pagate di quanto costano in servizi ricevuti'” (CIEQ 616). Cole prosegue inoltre affermando che in ogni caso non hanno diritto alla maggior parte dei programmi di benefici e quelli che ricevono sono costituzionalmente obbligatori (CIEQ 617). Sulla base di tutte queste informazioni, trovo difficile credere che gli immigrati clandestini gravano pesantemente sulla nostra economia. In effetti, potrebbero addirittura contribuire a stimolare l’economia più di quanto non facciano male
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