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Raccolto di gioia All'inizio sembrava piuttosto semplice. Mio padre mi ha mostrato come preparare il terreno, piantare i semi, annaffiarli e raccogliere le verdure. Se sostenessi il giardino, il giardino sosterrebbe me. Ma il mio rapporto con il nostro giardino è diventato molto più complicato di così. Nel corso del tempo, il giardino mi ha sostenuto più di quanto io abbia sostenuto lui. A dicembre mio padre ha subito la rottura di un aneurisma dell'aorta addominale. Il suo cuore si è fermato due volte durante l'operazione e non si prevedeva che sopravvivesse. Ha avuto un periodo di recupero intenso e non volevo altro che farlo stare meglio immediatamente. Il suo trauma mi aveva reso impaziente e avevo paura di sperare. Avevo difficoltà ad aspettare che le cose si svolgessero in modo naturale e volevo sapere cosa sarebbe successo alla fine. Decisioni o avvenimenti semplici, quotidiani, assumevano una grande importanza. Per sei settimane ho corso tra ospedale, casa e lavoro, tra paura e speranza, ansia e gioia. Una mattina di gennaio andai in giardino a controllare un piccolo appezzamento di prezzemolo che mio padre teneva coperto con delle coperte per proteggerlo dalla neve. Era stato trascurato da quando era stato ricoverato in ospedale. Quando l'ho scoperto, sono rimasto sorpreso di trovare del prezzemolo verde brillante e profumato. Cominciai a riempirmi di speranza che, come quel piccolo appezzamento di prezzemolo che ancora fioriva in inverno nonostante le avversità, anche mio padre sarebbe fiorito di nuovo. Quando arrivò la primavera, mio ​​padre stava riacquistando le forze. Mio padre ed io abbiamo arato e preparato il terreno, poi abbiamo iniziato a piantare i semi. Anche se volevo che germogliassero immediatamente, avevano i loro tempi. Quando finalmente lo fecero, ero così entusiasta di vederli farsi strada nella terra e arrampicarsi verso il sole. Ci prendevamo cura delle piantine, concimandole, aerando il terreno, annaffiandole quotidianamente, facendo tutto il possibile perché continuassero a crescere. Ma mio padre sottolineava che la prima regola del giardinaggio è che non abbiamo il controllo. Possiamo solo aspettare, guardare e goderci ogni momento. Man mano che le piante diventavano più forti, sentivo che anch'io diventavo più forte. Lentamente, stavo imparando ad aspettare e arrivando a capire che il processo di crescita, come la vita stessa, ha una forza e un ritmo propri e che potevo fare affidamento su di esso..