INIZI DELLA FOTOGRAFIA, IlPrimo, il nome. Dobbiamo il nome "Fotografia" a Sir John Herschel, che per primo utilizzò il termine nel 1839, anno in cui il processo fotografico divenne pubblico. (*1) La parola deriva dalle parole greche che significano luce e scrittura. Prima di menzionare le fasi che hanno portato allo sviluppo della fotografia, c'è una previsione sorprendente e piuttosto inquietante fatta da un uomo chiamato de la Roche (1729-1774) in un'opera chiamata Giphantie. In questo racconto immaginario era possibile catturare immagini della natura, su una tela ricoperta da una sostanza appiccicosa. Questa superficie, così si racconta, non solo fornirebbe un'immagine speculare sulla tela adesiva, ma rimarrebbe su di essa. Dopo essere stata asciugata al buio, l'immagine sarebbe rimasta permanente. L'autore non avrebbe saputo quanto profetico sarebbe stato questo racconto, solo pochi decenni dopo la sua morte. Esistono due processi scientifici distinti che si combinano per rendere possibile la fotografia. È alquanto sorprendente che la fotografia non sia stata inventata prima degli anni Trenta dell’Ottocento, perché questi processi erano noti da molto tempo. Fu solo dopo aver messo insieme i due distinti processi scientifici che nacque la fotografia. Il primo di questi processi era ottico. La Camera Obscura esisteva da almeno quattrocento anni. C'è un disegno, datato 1519, di una Camera Obscura di Leonardo da Vinci; più o meno nello stesso periodo se ne sosteneva l'uso come ausilio al disegno. Il secondo procedimento era chimico. Per centinaia di anni prima che fosse inventata la fotografia, le persone erano consapevoli, ad esempio, che alcuni colori sbiadiscono al sole, ma non facevano poca distinzione tra calore, aria e luce. Nel Seicento Robert Boyle, uno dei fondatori della fotografia Royal Society, aveva riferito che il cloruro d'argento diventava scuro sotto esposizione, ma sembrava credere che ciò fosse causato dall'esposizione all'aria, piuttosto che alla luce. Angelo Sala, agli inizi del XVII secolo, notò che il nitrato d'argento in polvere si annerisce dal sole. Nel 1727 Johann Heinrich Schulze scoprì che alcuni liquidi cambiano colore se esposti alla luce. All'inizio del XIX secolo Thomas Wedgwood conduceva esperimenti; aveva catturato con successo le immagini, ma le sue sagome non potevano sopravvivere, poiché non esisteva un metodo noto per rendere l'immagine permanente. La prima immagine di successo fu prodotta nel giugno/luglio 1827 da Niépce, utilizzando materiale che si induriva con l'esposizione alla luce.
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