Topic > La prospettiva di Merleau-Ponty sul 'contatto interno' e...

È chiaro che per Merleau-Ponty essere capace di vedere significa possedere una visione situata nel mondo, poiché come la mano, l'occhio deve essere una parte di ciò a cui si apre nella percezione. Del resto in Occhio e mente Merleau-Ponty nota che il rapporto tra vedente e visto è caratterizzato dall'ambiguità, nel senso che non è chiaro chi è visto e chi vede. Ciò significa forse che quando si guardano oggetti in cui è assente la capacità visiva, si è comunque “visti” da essi? Quanto letteralmente dobbiamo prendere questa relazione veggente-visto? Sembra che ci sia ancora una volta un'asimmetria all'interno della reversibilità, in quanto la visione di un oggetto da parte del soggetto incarnato è di natura diversa dalla visione del soggetto incarnato da parte dell'oggetto. Piuttosto «definiscono un punto di vista su di lui